Sordità

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Per ipoacusia si intende una riduzione, più o meno grave, dell’udito.

Il termine ipoacusia indica una riduzione dell’udito; tale riduzione può essere di lieve, media o grave entità. L’ipoacusia può essere monolaterale, bilaterale simmetrica o bilaterale asimmetrica. Quando la perdita della capacità uditiva è completa e bilaterale si parla di cofosi; se invece la perdita totale è di tipo monolaterale viene definita anacusia. L’udito è una funzione molto importante e una sua riduzione può compromettere seriamente la qualità della vita di un soggetto. L’ipoacusia è una condizione molto diffusa; si stima infatti che il 40% della popolazione sopra i 75 anni soffra di ipoacusia. Prima di analizzare in dettaglio le caratteristiche dell’ipoacusia, riteniamo opportuno fornire qualche informazione sull’anatomia e la fisiologia dell’organo uditivo. L’organo dell’udito consta di tre apparati: l’apparato di trasmissione, l’apparato di trasduzione e l’apparato di trasferimento e di percezione.

Classificazione

In base alla sede del danno che ha portato ad ipoacusia può essere classificata come

  • Ipoacusia trasmissiva: il danno è avvenuto a livello dell’orecchio esterno o a livello delle strutture trasmissive dell’orecchio medio (catena ossiculare). Il deficit è solitamente pantonale, benché sia solitamente più accentuato per le frequenze medio-gravi. Raramente il deficit di tipo trasmissivo è superiore a 50-60 dB. Cause frequenti di ipoacusia trasmissiva (o ‘‘mista’’, vedi più avanti) sono:
    • Presenza di corpi estranei nel canale uditivo esterno
    • Atresia auris congenita o altre malformazioni a carico dell’orecchio esterno
    • Otite esterna diffusa
    • Otite esterna bolloso-emorragica
    • Herpes zoster oticus
    • Micosi del condotto uditivo esterno
    • Otite esterna maligna
    • Tappo di cerume
    • Esostosi o osteoma del condotto uditivo esterno
    • Neoplasie maligne del condotto uditivo esterno
    • Traumi a carico della membrana timpanica
    • Traumi a carico dell’orecchio medio
    • Otite media siero-mucosa acuta o cronica
    • Otite media acuta purulenta
    • Otite media cronica purulenta
    • Otite media cronica colesteatomatosa
    • Perforazione timpanica semplice
    • Timpanosclerosi
    • Mastoidite
    • Otosclerosi
    • Paraganglioma timpano-giugulare
    • Neoplasie maligne dell’orecchio medio
  • Ipoacusia neurosensoriale: il danno è localizzato a livello della coclea (ipoacusia neurosensoriale cocleare) o a livello del nervo acustico (ipoacusia neurosensoriale retrococleare. Il deficit dipende dall’entità del danno e dalla localizzazione mono o bilaterale. I tipi più frequenti sono:
    • Ipoacusia neurosensoriale del bambino
      • Ipoacusia neurosensoriale del bambino (prelinguali, perilinguali e postlinguali)
      • Ipoacusia neurosensoriale infantile unilaterale
    • Ipoacusia neurosensoriale dell’adulto a lenta insorgenza
      • Presbiacusia (ARHL)
      • Trauma acustico cronico (NIHL)
      • Neurinoma dell’acustico
      • Ipoacusia associata a patologie croniche extra-auricolari
      • Ipoacusia su base idiopatica
    • Ipoacusia neurosensoriale dell’adulto a rapida insorgenza
      • Sordità improvvisa
      • Ipoacusia fluttuante
      • Ipoacusia su base autoimmunitaria
      • Ipoacusia neurosensoriale su base traumatica
      • Trauma acustico acuto
      • Ototossicosi
  • Ipoacusia mista: in questi casi la causa del danno uditivo coinvolge sia l’apparato di trasmissione (orecchio esterno o medio) del suono che quello di trasduzione (coclea) o trasmissione (nervo acustico). Molti dei fenomeni infiammatori (otiti) o distrofici (otosclerosi) a carico dell’orecchio medio causano questo tipo di ipoacusia.
  • Ipoacusia percettiva: il danno è localizzato a livello delle vie centrali di trasmissione del segnale nervoso. In questi casi l’audiogramma può risultare normale pur con significativa alterazione delle capacità integrative.

In base all’entità dell’ipoacusia si riconoscono:

  • Ipoacusia lieve: tale deficit è caratterizzato da un abbassamento della soglia uditiva tra 20 e 40 dB. Essa, a parte la non audizione di suoni e rumori fievoli, non comporta nel bambino nessun problema nell’apprendimento del linguaggio.
  • Ipoacusie medio/lievi: deficit uditivo caratterizzato da un abbassamento della soglia uditiva che varia tra i 40 e 65 dB. Tale deficit, se diagnosticato nei primi mesi di vita di un bambino, non porta quasi nessun rischio nell’imparare il linguaggio.
  • Ipoacusia profonda: tale deficit si attesta con perdite uditive che variano dai 65 agli 85 dB. Come nella sordità, se essa si manifesta in età preverbale, l’apprendimento del parlato risulta essere molto precario.
  • Sordità: deficit superiore agli 85 dB(decibel), con compromissione dell’acquisizione del linguaggio nell’età infantile e handicap sociale nell’età adulta.

Inoltre è possibile distinguere

  • Anacusia: perdita completa unilaterale dell’udito
  • Cofosi: perdita completa bilaterale dell’udito

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