La Dott.ssa Elda Chiarenza, Logopedista fondatrice e responsabile dello Studio, è una professionista sanitaria, laureata in logopedia e abilitata alla professione, che svolge attività di prevenzione e trattamento abilitativo e riabilitativo nell’ambito dei disturbi del linguaggio e della comunicazione, attraverso interventi individuali ed esercizi specifici volti a ridurre problematiche o difficoltà nel linguaggio, nella comunicazione, nell’apprendimento, nell’utilizzo della voce e nei problemi di deglutizione”. La logopedista lavora in equipe con altri professionisti sanitari, come l'otorinolaringoiatra, l'odontoiatra, lo psicologo, il pedagogista e il neuropsichiatra infantile.
Di cosa si occupa il Logopedista?
-Disfonia, ovvero quando manca la voce, oppure è debole, oppure è rauca per qualsiasi motivo.
-Balbuzie, disfemia: ovvero quando parlando ci si “inceppa” o non riesce parlare in modo “sciolto”.
-Disartria, ovvero quando ci sono difficoltà ad articolare la parola per un problema neurologico (ad esempio nelle paralisi cerebrali infantili, nella malattia di Parkinson, nelle sclerosi multiple etc.).
-Disturbo fonetico (dislalie), ovvero gli errori di pronuncia.
-Disfagia, ovvero i disturbi della deglutizione e/o dell’alimentazione, che derivano da danni neurologici, traumatici, da alterazioni delle strutture della bocca o in sindromi.
-Deglutizione atipica cioè una deglutizione in cui la lingua spinge contro i denti;
-Disturbi evolutivi del linguaggio,ovvero il ritardo o la distorsione delle tappe di acquisizione del linguaggio, in cui rientrano i disturbi specifici di linguaggio.
-Disturbi specifici di apprendimento,quali ad esempio:
-la difficoltà “a leggere” -dislessia
-la difficoltà “a far di conto” -discalculia
-la difficoltà a dire e/o costruire correttamente la frase
-la difficoltà a scrivere bene e senza commettere errori ortografici -disgrafia e disortografia.
-Le difficoltà di comunicazione o di linguaggio, di origine genetica (es. Sindrome di Down) o acquisite in età evolutiva (ad es. meningoencefaliti neonatali, prenatali, etc)o in età adulta o involutiva (afasia, demenza, disturbi cognitivo-comunicativi, etc).
-I disturbi di comunicazione dovuti a sordità.
-Le difficoltà di comunicazione e linguaggio nelle persone con disturbo pervasivo dello sviluppo(autismo).
-Le difficoltà di linguaggio di varia natura come ad esempio in soggetti iperattivi con difficoltà nella relazione.
-Le difficoltà di linguaggio da inadeguatezza socio-culturale.
-Le difficoltà del linguaggio nel multilinguismo.
Quando è utile rivolgersi ad un logopedista?
Età evolutiva: è utile rivolgersi ad un logopedista quando un bimbo:
-non ha ancora iniziato a parlare a due anni
-il suo linguaggio è incomprensibile
-non pronuncia bene alcuni suoni
-utilizza poche parole e fa fatica ad impararne di nuove
-ha difficoltà nel leggere, nello scrivere o nella matematica
Terza e quarta età: è utile chiedere una consulenza quando un anziano:
-fatica spesso a trovare le parole che vuole dire
-scambia le parole
-parla in maniera non corretta dal punto di vista grammaticale
All’interno dello Studio si è gradualmente costituita una collaborazione continua tra competenze e professionisti specializzati che permette un approccio interdisciplinare e altamente personalizzato lungo tutto il percorso, dalla diagnosi alla terapia e riabilitazione, fino alla dimissione del paziente. Nell'ambito di tali collaborazioni la Dott.ssa Elena Mantegna, è una Terapista-Psicomotricista dell’Eta’ Evolutiva, professionista sanitaria, laureata e abilitata alla professione che si occupa della valutazione neuropsicomotoria per delineare il profilo fisiopatologico e funzionale globale del bambino nelle diverse fasce di età e periodi di sviluppo; riabilitazione neuromotoria nei disturbi e nelle patologie del sistema nervoso centrale e periferico; riabilitazione psicomotoria nei disturbi delle diverse aree dello sviluppo psicomotorio.
L’intervento terapeutico-riabilitativo viene prescritto dal neuropsichiatra infantile dopo un attenta valutazione ed è rivolto a bambini con fragilità, con bisogni educativi speciali o con patologie neuropsichiatriche infantile (disturbi neurologici e neuromotori, ritardi cognitivi e psicomotori, disturbi dello spettro autistico, sindromi, ADHD- deficit d’attenzione con iperattività-, disturbi specifici di linguaggio e di apprendimento-dislessia, disgrafia, discalculia).
La seduta psicomotoria viene svolta in un setting ossia uno spazio facilitante, sicuro, pensato e progettato per il singolo o per il gruppo. Nel setting non troviamo giochi comuni ma i materiali psicomotori per eccellenza che sono palle ritmiche, corde, cerchi, bastoni, solidi di gommapiuma, materassini, grandi cuscini, teli, stoffe, spalliere, materiali per attività finomotorie come grandi fogli, pennelli, tempere, pennarelli, pastelli, forbici ecc.
All'interno dello Studio la stanza della Psicomotricista è molto luminosa, dispone di una buona metratura, il pavimento è in parquet, gli armadi sono a scomparsa e un grande specchio. Durante alcune attività individuali ma anche di gruppo i bambini utilizzano lo specchio che, appeso alla parete, offre loro esperienze diverse e favorisce il percorso di crescita. Vedere e riconoscere la propria immagine riflessa è un’esperienza divertente e può facilitare l’espressione e lo sviluppo del gioco psicomotorio.
La Consulenza e il Trattamento di Neuropsicomotricità in Età Evolutiva si svolge con queste modalità:
-Colloquio Iniziale: prima fase dedicata alla raccolta delle informazioni riguardanti lo sviluppo del bambino e le difficoltà osservate e/o segnalate
-Valutazione Neuropsicomotoria: seconda fase articolata in 3 o 4 sedute (il numero degli incontri con il bambino dipende dall’età e da quanto emerso nel primo colloquio) in cui si somministrano test e protocolli utili a indagare la presenza di difficoltà o carenze nelle diverse aree dello sviluppo e a stilare un progetto riabilitativo personalizzato
-Trattamento Neuropsicomotorio: terza fase in cui il progetto è condiviso con il paziente, con la famiglia, con la scuola e con l’équipe multidisciplinare. Non si effettuano cicli di incontri, ma periodici aggiornamenti con la famiglia.
Da un punto di vista comportamentale, la matrice comune degli interventi "evidence based" è rappresentata dall’impianto teorico di tipo cognitivo-comportamentale.
Vediamo nel dettaglio, i princpali approcci comportamentali:
Applied Behavior A nalysis (ABA)
E' uno dei trattamenti maggiormente studiati e validati scientificamente per i bambini con diagnosi di disturbo dello spettro dell’autismo. Il trattamento si focalizza su molteplici aree dello sviluppo tra cui l’ambito cognitivo, la comunicazione, le abilità motorie, le capacità adattive e le competenze sociali.
Il metodo ABA si serve di tecniche comportamentali quali: il rinforzo positivo, il modeling, il prompting, lo shaping, il chaining e il fading. L’intervento ABA, praticato da tecnici specializzati e certificati, risulta maggiormente efficace se iniziato in età precoce e condotto in maniera intensiva. Tra i fattori che influenzano l’efficacia dell’intervento ci sono anche il livello cognitivo del bambino, le abilità linguistiche e la severità dei sintomi. È cruciale, inoltre, il coinvolgimento attivo dei genitori, la cui collaborazione risulta spesso determinante nel mantenimento e nella generalizzazione degli obiettivi in diversi contesti.
Early Start Denver Model (ESDM)
L’Early Start Denver Model (ESDM) è un modello d’intervento di tipo globale, che viene svolto in un contesto naturalistico ed è rivolto a bambini con disturbo dello spettro dell’autismo tra i 12 e i 60 mesi di età. Esso si serve dei sopracitati principi comportamentali dell’Analisi del Comportamento Applicata (ABA), indirizzandoli principalmente sul sistema affettivo e relazionale. Il trattamento mira, pertanto, a esporre, in maniera guidata, il bambino a situazioni di gioco sociale strutturate, che possano stimolarne l’imitazione e la socializzazione, aumentandone la competenza.
Terapia Cognitivo-Comportamentale (Cognitive Behavioral Therapy-CBT)
E' un trattamento psicoterapeutico largamente utilizzato e validato scientificamente sia in età adulta, sia in ambito evolutivo. Il trattamento fonda le sue radici teoriche sul presupposto che pensieri, emozioni e comportamenti siano fortemente correlati tra loro, e che alla base del disagio emotivo ci siano degli schemi di credenze e pensieri disfunzionali, rispetto a sé e all’ambiente. La scelta del setting e affidata al singolo terapeuta, che valuta in base agli obiettivi e alle peculiarità della persona. Se la terapia individuale presenta l’indubbio vantaggio della maggiore flessibilità e personalizzazione del trattamento, la terapia di gruppo stimola l’interazione sociale, la condivisione delle esperienze, la promozione dell’autoaccettazione, lo sviluppo delle reti amicali e un maggiore insight rispetto ai propri punti di forza e difficoltà.